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  • lachanceria

SACRO FEMMININO


Spesso avverto il bisogno di tornare alle radici di ciò che sento e che profondamente credo.

Di tornare a ripensarlo, anche.

Non per dare definizioni, che d’altronde per certe cose sarebbe impossibile.

Ma perché la mia mente umana ha bisogno di tentare di esprimere l’inesprimibile per sentirlo più prossimo.

Per essere coerente il più possibile.

E così nell’ultimo periodo questo processo di rielaborazione ha toccato ciò che sta alla base di ciò che più amo ed a cui ho dedicato ed ogni giorno dedico la mia vita: il Sacro Femminino.

Quando parlo di Sacro Femminino parlo di qualcosa che rappresenta per me un sentire specifico.

Ma ho compreso che non per tutti queste due parole, unite, rappresentano ciò che rappresentano per me.

Questo mi ha portata a domandarmi cosa sia, dunque, il Sacro Femminino.

E mi ha spinta a desiderare di provare a dar voce a ciò che sento dentro.

Ho lasciato che questa domanda, cos’è il Sacro Femminino, creasse una eco di bellezza.

Ho cercato di far sì che segnasse la mia disponibilità ad addentrarmi nel Mistero.

Ho lasciato che i miei pensieri la seguissero, liberi di creare una risposta che, lo so, può partire solo dalla mia esperienza e designare unicamente quella.

Spero che questo mio tentativo possa comunque essere motivo di riflessione e, forse, di ispirazione.

“Possa Colei che è prima di ogni cosa, l’incomprensibile e indescrivibile Grazia, riempirti dentro, e accrescere in te la sua propria conoscenza”

Marco il Mago

In: “I vangeli gnostici

Elaine Pagels



FEMMININO SACRO


Sacro:

Ammantato di Mistero.

Inesprimibile. Trascendente.

Traslucido.

Sottile poiché sublime.

Nettare.

Femminino:

Ciclico.

Immanente.

Materia.

Unione. Matrimonio mistico.

To Kalon. Il Bello.

Femminino è il grembo che genera la vita.

Il luogo dal quale tutto proviene ed al quale tutto ritorna.

Quel grembo che contiene e genera ogni cosa.

La femmina ed il maschio e tutte le sfumature che stanno nel mezzo.

Ma anche le piante, gli animali, i minerali, la terra e le galassie.

Un luogo in cui il Divino dimora.

Un luogo dal quale il Divino si espande.


È femminile perché contiene e dà la vita e nel fare questo permea di sé ogni cosa che ha contenuto. Tutto

ciò che ha generato.

Sacro Femminino per me è Dea.

E se è vero che Sacro Femminino non è automaticamente il genere femminile o l’essere donna è anche vero che nella mia esperienza e nel mio sentire lei dimora nel mio corpo di donna e nel mio corpo di donna io posso conoscerla, condensarla ed espanderla.

E quindi pur percependo il Sacro Femminino come qualcosa di più vasto del semplice genere femminile è allo stesso tempo profondamente, intrinsecamente femminile.

Può forse essere una contraddizione.

Dopotutto sento il Sacro Femminino come la grande risolutrice di ogni paradosso.

La ciclicità è sua espressione profonda.

Tutto, ma proprio tutto, nell’Universo è ciclico.

Il nostro corpo di donna e di uomo.

Il giorno che segue la notte, la notte che segue il giorno.

La terra e le sue stagioni.

La luna e le sue fasi.

La sua Legge Naturale è il nascere, crescere, morire e rinascere di ogni cosa, costantemente.

Creazione, dissoluzione, annichilimento, rinascita.

Vita-Morte-Vita

è Bios, colei che cambia nel suo perenne ciclo.

Ma è anche Zoe, la forza vitale indistruttibile che anima il mondo, quintessenza sottile.

Il Femminino Sacro è anche un approccio.

Una prospettiva che tocca più parti dell’essere.

Il matrimonio mistico di ciò che nella nostra società viene chiamato opposto.

Lo spirito e la materia, per esempio.

Non c’è separazione tra questi due regni perché lei che genera ed impregna di sé ogni cosa è Mater, la materia stessa.

Ciò che è mondano può essere sacro. Il Sacro dimora nel mondano.

Ed è anche per questo che il Femminino Sacro è immanente.

è infuso in ogni cosa e rivela sé stesso attraverso la conoscenza diretta.

Non richiede intermediari.

È intimità.

Ed allo stesso tempo è anche trascendente perché trascende la coscienza umana ordinaria.

Possiamo conoscerla ma è difficile, se non impossibile, fermarla in parole, definizioni.

Per cui, talvolta, l’unica cosa da fare è avere fede.

Il sacro Femminino non è una legge morale.

è la legge naturale che si esprime in tutto ciò che è To kalon, il Bello.

è, nelle parole di Saffo, Amore come “espressione della natura più profonda dell’essere”.

Ogni atto d’amore e di piacere è un mio rituale” recita l’incarico della Dea scritto da Doreen Valiente.

La sessualità è libera. Celebrata.

La morte non è temuta, ma integrata.

Le vie per cercarla, risvegliarla, tornare ad incarnarla sono forse tante quanti sono gli esseri umani.

Sono vie che richiedono molta dedizione, presenza piena, disposizione ad andare in profondità, lentezza e

molta compassione perché la società in cui viviamo non favorisce la sua espressione.


Nasciamo in un mondo che ci crea in quasi totale contrapposizione alla Legge Naturale e tornare a lei è un meticoloso lavoro di destrutturazione continua.

Doloroso.

Estatico.

Il Femminino Sacro richiede di andare oltre i propri condizionamenti, oltre le proprie credenze poiché è più

profondo di esse.

Talvolta richiede anche di andare oltre la propria personalità.

È un ritorno alla ciclicità.

Un ritorno alle radici ancestrali.

Nella Bellezza.

“Perché io sono te e tu sei me.

E dovunque tu sia io sono lì.

Poiché io sono seminata ovunque: e tu puoi raccogliermi ovunque desideri.

E quando raccogli me è te stessa che stai raccogliendo”

Vangelo perduto di Eva


Ringraziamenti:

Ho un debito di gratitudine con alcune persone per le parole che sono scritte qui.

Senza alcuni scambi e confronti non avrei mai riflettuto così a fondo.

Andrea Vernucci, amico insostituibile e meraviglioso Sacerdote della Dea.

Laura Violet Rimola de “Il tempio della ninfa”

Jumana Sofia e la Her Mystery School che ho frequentato per un po’ e che mi ha dato più di quanto mi abbia mai dato qualsiasi altro corso nel tempo.

Questo non è tutto.

È uno scritto molto parziale.

Ma è scritto con il cuore e spero si senta.



*Proprietà letteraria di Valeria Aliberti. Vietato riprodurre il testo senza il consenso dell’autrice.

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