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  • lachanceria

Le Rune - Prima di iniziare...


Prima di incamminarci in questo intricato sentiero di condivisione di saggezza universale vorrei spendere qualche parola riguardo il mio personale percorso e il mio sistema di credenze (che non deve necessariamente essere uguale al vostro, eh: possiamo condividere lo stesso!) che magari eviterà eventuali incomprensioni di sorta nel trattamento di questi argomenti che si possono definire relativamente complessi, essendo basati su una percezione che è individuale ma una coscienza che è anche collettiva.


Io percorro un sentiero spirituale individuale.

Non sento la necessità di riconoscermi in uno specifico culto.

Non sento la necessità di praticare in contesti sociali o in gruppo, ma se mi capita di farlo apprezzo l'opportunità di crescita e condivisione.

La mia visione è fondamentalmente animistica: riconosco la presenza di energie superiori e inferiori a noi, mi sento libera di lavorare con energie personali, naturali, ancestrali, divine, archetipiche, presenti in tutte le culture che ho avuto la fortuna di incontrare, in base alle mie personali necessità.

Mi sento libera di abbracciare qualunque disciplina o filosofia io ritenga idonea al mio sviluppo personale.

La mia direzione è sciamanica, il mio orientamento pre-cristiano, perché ritengo che l'eccessiva attenzione al raggiungimento di un paradisiaco o infernale "al di là" ci distolga fin troppo da quello quello che abbiamo qui nel nostro presente... "al di qua", dove immagino che probabilmente resteremo in eterno, magari cambiando forma... questo comunque non mi vieta di rispettare la fede altrui.

Mi riconosco nel concetto di flusso, nel concetto di Karma, nel concetto di Tao, nel Wabi sabi, nei registri Akashici, nella legge di attrazione, nella manifestazione... probabilmente passerei anche la pesatura del cuore. Essendo romana potrei anche dire che pratico una forma di modernissima Devotio e sono molto pia.

Amo la linguistica, la simbologia, la numerologia ( ma in matematica sono sempre stata una pippa, drammaticamente ), pratico la divinazione con tutti gli strumenti che incontro, se mi risuonano.

Sono un empatico. Essere empatici è qualcosa di leggermente diverso da "provare empatia come sentimento umano", ma di questo parleremo magari in un secondo momento, in separata sede; trattandosi di percezione ed estrema sensibilità in questo mondo e tutto ciò che ne consegue, la discussione del sitema empatico necessita e merita di essere presa in considerazione singolarmente.

Ritengo comunque che quella che gli esseri umani sono abituati a chiamare magia non sia altro che una forma di scienza primordiale; una branca talmente arcaica che la scienza moderna ovviamente -avendo altre priorità- non studia più, che per secoli ci è stata preclusa perché nulla fa più paura di un individuo nel suo pieno potere: libero da ogni forma di controllo e manipolazione... ritengo sia soltanto una profonda conoscienza di noi stessi e del nostro intero potenziale: tanto abbiamo dimenticato nel tempo, tanto siamo in grado di fare. La nostra animalità presa in considerazione.

Si utilizzano termini come "magico" e "soprannaturale" ma solo perché il "naturale" è stato confuso e volontariamente occultato per troppo tempo e l'essere umano adulto non ricorda più il contatto con l'universo e quello che significa.


È vero che la magia è per tutti, come molti rinomati esponenti del panorama hanno affermato nel tempo, ma se si continua a scriverne in modo macchinoso e complicato, con liste di ingredienti impensabili e istruzioni minuziose, sfuggirà sempre il dettaglio fondamentale che la vera magia risiede nelle intenzioni. È intrinseca alle nostre azioni, emozioni e percezioni; è involontaria e onnipresente, è sentita e istintiva, tendenzialmente fuggevole al controllo.

Si sprigiona quando siamo concentrati sul nostro presente e la esercitiamo e la percepiamo di continuo, chi in modo cosciente, chi no. Per questo è importante sapere, è importante saper distinguere.

Detto questo siamo pronti a volgere di nuovo la nostra attenzione verso il nord, pronti ad aprire questo scrigno dai preziosi contenuti, di cui andremo possibilmente a fare tesoro.



Letteratura e conseguenze.


I cultori della saggezza del nord trovano l'ispirazione in alcuni classici della letteratura e della mitologia norrena come la poesia scaldica o quella eddica. L'Edda Antica o Poetica, tratta dal manoscritto medioevale islandese "Codex Regius" o l'Edda in Prosa di Snorri Sturluson, che presenta in diverse popolari composizioni come la Vǫluspá, l'Havamal, il Gylfaginning, il Grímnismál, visioni sul mito della creazione, sui valori e i principi delle sacre stirpi divine degli Asi e dei Vani, sugli utilizzi rituali delle rune, sulle figure mistiche che rivelavano profezie e il loro posto nella società dell'epoca.

È comunque importante considerare che queste opere letterarie giunte a noi dal medioevo e ritenute fonti primarie di riferimento per questa mitologia, presentano si una una visione politeistica ancora intrisa della forte radice pagana, ma rimangono comunque influenzate da una matrice cristiana che avrà necessariamente preteso diversi riadattamenti di quelle che erano le tradizionali leggende tramandate oralmente in epoca pre-cristiana, quando la pratica sciamanica (che nel tempo sarebbe stata vietata) era ancora comunemente diffusa.

A ogni modo con l'avvento del neopaganesimo e la riscoperta dei valori pre-cristiani della via del Nord anche diversi culti si sono originati, molto popolari ad esempio L'Ásatrú (fedeltà agli Asi, corrente fondamentalmente Odinista) o il culto di Freya e Freyr, il Vanatrù (fedeltà ai Vani), sebbene totalmente apprezzabili a livello di insegnamenti, dogmi e filosofie, alcuni di essi presentano intrinsecamente quella necessità di rendere monoteistico un culto originalmente politeistico, tendenza che non risuona con le mie inclinazioni personali, ma potrebbe sicuramente fare al caso di qualcun'altro, motivo per cui mi sento di esporre senza discutere, prendendo atto del semplice concetto basilare che alla fine, nell'ideale "spicciolo" della cultura nordica sarebbe ottimale se fossimo tutti saggi come Odino, forti come Thor e sensibili come Freya e io in proposito non ho assolutamente nulla da obiettare.

Ci sono anche culti più indipendenti, come il Rokkatrù o il Thursatrù che dedicano maggiore attenzione agli antenati e agli spiriti primordiali, in alcuni casi anche senza necessariamente sentire un legame che possa essere definito propriamente religioso ma seguendo un percorso di crescita più individuale, cosa che da sempre - anche nel mondo della spiritualità - subisce una sorta di stigmatizzazione (il Thursatrù viene addirittura definito il satanismo norreno, per dire), quando sarebbe invece il caso di accettare che nel 2022 l'essere umano non solo a volte sente la necessità di "pensare fuori dalla scatola", ma anche quella di meditare e pregare e accostarsi al mistico fuori dalla scatola senza particolari indicazioni, rifiutando le impostazioni decise da altri.

Non tutti sono adatti nalla scelta di un culto specifico ma questo non significa che non ci siano delle necessità spirituali da soddisfare. C'è chi si sente più a suo agio da solo.

È una forma di libertà e un diritto e non dovrebbe essere malvisto né etichettato in nessuna maniera al giorno d'oggi: sarebbe il momento di abbandonare l'obsoleto.


A cura di Laura Mizzon


per approfondire l'Elder Futhark, le Rune e la mitologia norrena scopri di più il suo libro:



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