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  • lachanceria

Come si cambia il mondo?




C'è solo un modo per cambiare il mondo. Non cercare di cambiarlo. Il motore di tutte le trasformazioni è operare da dentro, lo facciamo con noi stessi, andiamo in profondità e cerchiamo di depositare lì i semi del nostro trasmutare. Ma una società non si cambia da dentro. Perché dentro ci sarà sempre qualcuno che difende lo status quo delle cose o posizioni differenti dalle nostre e ciò può generare soltanto conflittualità. Il contrasto ci porta ad opporre energie che non si compensano, che non sono complementari, e quindi non ci può essere fecondità. Solo sul terreno curato e a cui si è dedicata attenzione può germogliare nuova vita, è difficile che accada su terra martoriata. Per cambiare qualcosa, per rifiutare qualcosa è necessario ignorarla. E concentrarsi sulla propositività delle nostre intenzioni. In questo modo possiamo attuare in maniera non oppositiva le nostre idee, non contrapporci a nessun altro, non imporre la nostra visione del mondo che vorremmo creare e sperimentarlo nel quotidiano. Se non siamo capaci di generare un certo cambiamento nella nostra esistenza come pretendiamo che sia possibile estenderlo su larga scala? Se otterremo i risultati prefissati e trasmetteremo energie positive allora saranno gli altri ad avvicinarsi al nostro modello, replicandolo, arricchendolo e applicandolo. I grandi profeti hanno per primi esperenziato ciò di cui si sono fatti divulgatori e sono diventati degli esempi. Noi dobbiamo essere l'esempio, la prova provata che qualcosa di nuovo è fattibile, che un mondo diverso è possibile. Non possiamo combattere per l'ambiente se poi non viviamo il contatto con la Natura. Non possiamo avanzare nessuna istanza, se prima non siamo creatori del suo messaggio. Non possiamo pretendere nulla se prima non diamo e accogliamo ciò che già è a portata di mano. Ignorare vuol dire non fermarsi, e chi difende ciò che ha creato ha tutto l'interesse che si rimanga statici, ignorare è volgere lo sguardo avanti e diventare attori protagonisti. Per ogni libro censurato ne vanno scritti altri 10, per ogni albero abbattuto dovranno essere piantate 100 piante, per ogni ingiustizia 1000 atti di benevolenza. Poi si può e forse si deve anche provare ad evitare l'ingiustizia, salvare l'albero e spegnere i fuochi che bruciano i libri, ma non ci sarà un vero cambiamento nel mondo, perché non verrà soppressa la censura, l'ingiustizia o deforestazione. Iniziamo cambiando il mondo un poco per volta, partendo dalla parte in cui viviamo. Andiamo a leggere libri sotto gli alberi e sorridiamo a chi incontriamo. Sono sicuro sia il punto di partenza più semplice, appagante e stimolante.



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