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Recensione "Tutto è Uno" di Michael Talbot


Talbot è stato un autore americano di numerosi libri che evidenziano parallelismi tra il misticismo antico e la fisica quantistica, sposando un modello teorico della realtà che assimila l'universo fisico a un gigantesco ologramma, così come sostenuto dalla ricerca e dalle conclusioni di David Bohm e Karl H. Pribram. In “The Holographic Universe” questo modo di guardare l'universo spiega non solo molti degli enigmi irrisolti della fisica, ma anche eventi misteriosi come chiaroveggenza, telepatia, fenomeni di Obe e Nde, i sogni lucidi, le guarigioni miracolose, e le stesse esperienze mistiche di unità cosmica. È una lettura obbligata per chiunque sia anche solo lontanamente curioso di sapere chi e cosa siamo veramente, o voglia vedere la spiritualità incontrare la scienza. Che si accetti o meno la teoria olografica, anche solo leggere i risultati dei vari studi scientifici citati nel libro è affascinante perché è di per sé affascinante l'idea che tutto sia interconnesso in questo nostro universo, e che tutto faccia parte dello stesso continuum. Questo capolavoro di ‘pop-science’, sublime collage colorato nel tentativo di riunire Scienza e Metafisica, Empìreo e Mondano, e campi apparentemente disparati come la fisica, la psicologia, la medicina e la spiritualità, è un promemoria da una parte sui limiti della scienza e di come i concetti che creiamo alla fine non riescono sempre a discernere nettamente ciò che di fatto è indivisibile e insondabilmente vasto; dall’altra, lo è sull'integrità e unità di tutto e di tutti e sull'importanza di realizzare questa verità in primis dentro di noi.


di Roberto Alvino

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